LA MARCHESA CASATI TORNA A PALAZZO FORTUNY

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LA MARCHESA CASATI TORNA A PALAZZO FORTUNY

Dal 4 Ottobre 2014 all’ 8 Marzo 2015, a Palazzo Fortuny (Venezia) è in programma la mostra:
“La Divina Marchesa – Arte e vita di Luisa Casati dalla Belle Époque agli Anni folli”.
Ma chi era questa musa eccentrica e un po’ megalomane?
Luisa Casati, (cognome da signorina: Amman, classe 1881) sposò il marchese milanese Camillo Casati Stampa di Soncino, ma dopo pochi anni di matrimonio iniziò una relazione, in maniera anche abbastanza aperta e plateale, con il vate, il poeta Gabriele D’Annunzio, relazione che occupò le colonne del gossip belle epoque per molto tempo.

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La marchesa divenne così “scandalosa” e lei non fece nulla per sopire le dicerie, anzi diventò particolarmente eccentrica, a partire dall’abbigliamento e dal vistoso trucco. Voleva diventare essa stessa un’opera d’arte, una figura ammaliante e sopra le righe. Famosissime le sue apparizioni con animali esotici come boa (una volta al Ritz di Parigi un boa constrictor scappò subito dopo il check-in) e scimmie; nel 1910 acquistò a Venezia l’abbandonato palazzo Venier dei Leoni, (oggi sede della fondazione Peggy Guggenheim) e nei suoi ampi giardini accolse corvi albini, pavoni e ghepardi. Lì si tenevano anche feste ed appuntamenti mondani.

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La sua passione per l’arte la portarono a cercare artisti conosciuti ma anche a scoprire giovani talenti che la rappresentassero in quadri ad olio, schizzi, sculture e fotografie.
Di lei rimangono ritratti e sculture di Giovanni Boldini, Augustus John, Kees Van Dongen, Romaine Brooks, Ignacio Zuloaga, Drian, Alberto Martini, Alastair, Giacomo Balla, Catherine Barjansky, Jacob Epstein e foto di Man Ray, Cecil Beaton e del barone Adolph de Meyer.

Fu anche “musa” dei futuristi, Filippo Tommaso Marinetti, Fortunato Depero e Umberto Boccioni, e contribuì con loro ad uno spettacolo di marionette su musiche di Maurice Ravel.

Considerata la versione femminile del dandy, fu vestita da Léon Bakst, Paul Poiret, Mariano Fortuny e Erté. Indossava gioielli di Lalique e fu l’ispirazione per la famosa pantera disegnata per Cartier.

Nel 1923 decise di acquistare una casa a Parigi. Nel 1930 aveva accumulato, a causa del suo stile di vita, un debito di 25 milioni di dollari; impossibilitata a soddisfare tutti i creditori fu costretta a vendere il Palais e tutti i suoi contenuti furono messi all’asta.

La sua leggendaria figura rimane immortale nelle immagini degli artisti di cui fu mecenate e musa. Molte di queste immagini e alcuni suoi oggetti e abiti sono in mostra a Venezia.

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